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Buffalo è un’azienda specializzata nella produzione di soluzioni storage per la rete,cloud e diretto, dedicate sia agli ambiti privati sia alle piccole e medie imprese. E’ stata per tre anni consecutivi (2005, 2006, 2007 e 2008) la prima azienda produttrice di NAS in Giappone.
Più in particolare l’azienda produce hard disk esterni portatili e da scrivania, NAS a singolo e multi-disco, router LAN e lettori multimediali, dediti all’archiviazione e condivisione dei file. Tutti i prodotti dell’azienda pur offrendo features interessanti ed innovative sono commercializzati ad un prezzo conveniente.
Nella recensione di oggi parleremo del Buffalo Link Station Live 1TB: NAS per ambiti domestici.

Confezione e Bundle

Il Buffalo Link Station Live è contenuto all’interno di una confezione in cartone sulla quale prevalgono le tonalità di rosso e bianco con qualche dettaglio dorato. Nella parte frontale vediamo una foto del NAS, raffigurato come un vero e proprio centro di condivisione dati tra i dispostivi più disparati, dai notebook ai tablet e smartphone. Nella parte posteriore è presente una “overview” (multilingua) delle funzioni e features, nelle due parti laterali troviamo rispettivamente una lista del contenuto del pacco e le specifiche tecniche.
Non appena aperto il pacco possiamo accedere al suo contenuto e toccare con mano Link Station Live. Il bundle, più in particolare, comprende:

  • Link Station Live 1TB
  • Cavo Ethernet Lan
  • Alimentatore
  • Spina EU/USA
  • Interruttore
  • Supporto verticale
  • Manuale dìinstallazione
  • CD d’installazione software

Specifiche tecniche

 

Analisi ravvicinata

Andiamo ora ad analizzare più da vicino questa unità NAS (Network Attached Storage).
Sul piano estetico Link Station Live si presenta piuttosto gradevole, sullo chassis completamente in plastica nera, prevalgono linee curve dolci e smussate, nella parte anteriore troviamo una spia a LED blu che indica lo stato di funzionamento del disco. Nella parte posteriore vi sono invece tutte le uscite e le entrate: jack per l’alimentazione, porta RJ-45 ed un supporto per lucchetto.


A fini termici le parti laterali dell’enclousure, così come nella parte superiore ed inferiore, sono ricoperte da fori e prese d’aria. Il flusso d’aria all’interno del case è naturale, per convezione, infatti non troviamo alcuna ventola al suo interno. Se da una parte questo può essere un vantaggio, sul lato dei consumi e rumorosità, potrebbe rappresentare un limite nelle afose giornate estive.

 

Uno sguardo all’interno

Per capire quali componenti Buffalo abbia utilizzato per questo Link Station Live  abbiamo deciso di “violare lo chassis”.
Precisiamo che questa operazione invalida la garanzia e rischia, se non fatta con la dovuta cautela, di rovinare permanentemente il prodotto.
Aprire lo chassis risulta un’operazione piuttosto semplice: basterà rimuovere una vite dalla parte posteriore dello chassis, tirando verso l’alto il pannello laterale, questo verrà via senza problemi mettendo a nudo il suo conenuto.
Ci troviamo di fronte ad un hard disk marchiato Western Digital della serie Caviar Green, codice WD10EARS.
Gli hard disk della serie Caviar Green, come ci suggerisce il nome, sono progettati con uno occhio di riguardo per l’ambiente, la loro efficienza è molto elevata sia in termini di consumi che di temperature.
Nel caso del Link Station Live il WD Caviar Green ha una capacità di 1TB, velocità di rotazione di 5400rpm e ben 64MB di cache. Molto probabilmente l’azienda ha usato questo HDD per ridurre i consumi.


Rimuoviamo ora l’hard disk e relativa scheda dai supporti, per analizzare meglio i componenti hardware su die essa.
Al di sotto dell’hard disk troviamo la scheda di gestione, essa ha un jack dedicato all’alimentazione e una porta Gigabit Ethernet RJ-45 e ovviamente una porta SATA.
Sulla piccola scheda madre spiccano due chip: il processore e la memoria volatile.

Il processore single core è un Marvell ARMv5 88F6192, operante ad una frequenza di 800MHz, questa CPU è stata appositamente progettata per impieghi quali media server, router, NAS e networking. Al seguente indirizzo trovate il datasheet.
Al fianco del processore Marvell troviamo il chip Hynix: 64MB di memoria RAM DDR2.
Addetto al raffreddamento dei chip troviamo un piccolo convogliatore che porta su di essi modeste quantità di aria.

 

Software di gestione

Per cominciare ad utilizzare il NAS è necessario installare il “LinkNavigator software”. Dopo aver terminato l’installazione il NAS sarà automaticamente riconosciuto tra le periferiche di rete. Aprendo il NAS Navigator 2 clickiamo sull’icona del disco e selezioniamo Open Web Settings.
Inseriamo username e password per avere completo accesso e controllo alle funzionalità del disco, direttamente dal browser.

Il software WebAccess da l’accesso a tutti i settings riguardanti il disco. La GUI è piuttosto user friendly e di facile utilizzo, nella parte sinistra della schermata principale abbiamo le informazioni sul disco: firmware, nome modello, capacità totale e disponibile, IP, numero di serie, numero di cartelle. E’ presente anche un tasto per spegnere l’unità.


La prima tab, Shared Folder, permette di creare, eliminare e rinominare le cartelle nel disco, ad ognuna si possono dare differenti privilegi (sola lettura, lettura e scrittura ecc).


Nella tab User/Groups sono presenti i settaggi riguardanti utenti e gruppi, utili per gestire le credenziali di accesso alle cartelle, nel caso in cui si utilizzi il disco in un ufficio.


All’interno della tab Network sono presenti i settaggi riguardanti appunto la rete: indirizzi IP, gruppi di lavoro, FTP, ATP e così via.

La tab System permette di modificare le impostazioni relative ai backup automatici dei dati, spegnimento pianificato, criptazione dei files, manutenzione, stato di “salute” del disco rigido.


L’ultima tab Extensions riguarda appunto le estensioni come server multimediali, DLNA, iTunes e uTorrent, TimeMachine e WebAccess. WebAccess, previa iscrizione, permette di accedere ai dati presenti sul file direttamente dal browser.

 

Test

E’ giunta l’ora di testare le performance che questo NAS è in grado di offrire, per farlo ci siamo avvalsi di due benchmark sintetici:

• Crystal Disk Mark
• IO meter

La configurazione utilizzata durante i test è la seguente

• AMD FX-4100 @ 4GHz
• Gigabyte 990FXA UD5
• Patriot Viper Xtreme 8GB 1866 8-10-9-24 1T
• Radeon HD6570 Ultimate
• Seagate Barracuda 7200.12 1TB

I test sintetici mostrano performance tutto sommato allineate con quanto leggiamo nelle caratteristiche tecniche.
Il disco raggiunge velocità sequenziali di punta superiori a 36MB/s, nelle specifiche è riportato 41MB/s, ma dobbiamo considerare che sicuramente l’ambiente era incline a massimizzare le prestazioni.
Per quanto riguarda la scrittura siamo sui 31-33MB/s valori accettabili per questo tipo di prodotto.
Le IOP/s sono in linea con quelle ottenute in media con hard disk meccanici di questa taglia.

Conclusioni

Ad un prezzo di commercializzazione pari a 130€ circa (per la versione da 1TB), il Link Station Live rappresenta la giusta scelta per gli ambiti casalinghi o piccoli uffici, ambienti nei quali è fondamentale avere un archivio accessibile da tutti gli utenti.
La capacità di 1TB non è esagerata, ma comunque permette di archiviare una grande quantità di file multimediali come foto, video, telefilms ecc…
Il software di gestione è intuitivo e molto semplice da usare, è possibile pianificare spegnimenti ed accensioni e grazie ai server DLNA i contenuti potranno essere visualizzati direttamente dalle TV, i backup verranno effettuati in modo automatico e grazie al client uTorrent scaricare non sarà più un compito affidato al PC (riducendo i consumi).
E quando non si è a casa si potrà avere accesso facile e veloce ai file grazie al servizio WebAccess.

Si ringrazia Preview Italia e Buffalo per averci fornito il sample

About The Author
Rocco Eduardo Battista
Nato a Bitonto (BA) a partire dal 2009 ho cominciato ad interessarmi di Informatica, soprattutto hardware e overclocking.